
Riflessioni
del vescovo Gerardo sulla preghiera di Papa Francesco in Piazza San Pietro
(venerdì 27 marzo 2020)
“Venerdì
sera ho visto l'immagine più bella e più vera della Chiesa – ha sottolineato il
Vescovo della Diocesi di Sora, Cassino, Aquino e Pontecorvo, Monsignor Gerardo
Antonazzo - rappresentata da Francesco
al timone di questa barca in tempesta. È la barca di Pietro con il carico
dell’intera umanità, se è vero che su questa barca ci siamo tutti.
Anch'io mi
sono profondamente commosso, felice nel vedere nella testimonianza di Francesco
una Chiesa spoglia, umile, debole, fragile, ma allo stesso tempo supplichevole
e fiduciosa nella presenza salvifica di Gesù. Venerdì sera ho visto una Chiesa
davvero povera, disarmata, compassionevole con l'umanità, un immenso ospedale
da campo.
Su questa
barca, Gesù dorme non perché non gli importa dei discepoli, ma perchè gli
uomini assaporino sino in fondo il significato e il dramma dell’assenza di Dio.
Solo quando imparano a riconoscere la propria insufficienza e iniziano
finalmente a gridare il loro bisogno di aiuto, Gesù si sveglia e risponde alla
loro angoscia.
Pensavamo di
rimanere sempre sani in un mondo malato: ho visto una Chiesa che mentre
denuncia l'arroganza di un agire corrotto dal delirio di onnipotenza, con la
tenerezza di Madre abbraccia a sé tutti i suoi figli che vivono il tempo della
tribolazione. Ho visto una Chiesa pronta ad ascoltare la domanda del mondo,
confuso e turbato, impaurito dinanzi alla morte: Non ti importa che periamo? La
preghiera di Francesco è stata il grande Sì della Chiesa alle attese del mondo.
Ho visto una
Chiesa-Sposa gloriarsi del suo Signore Crocifisso, abbracciata esclusivamente
al suo perdono. Ho visto una Chiesa
testimone del Signore risorto, realmente vivo e presente nel pane eucaristico,
la cui luce si è irradiata su Piazza s. Pietro. La sua benedizione ha superato
idealmente ogni transenna, ogni resistenza, per farsi vicino a chi,
inginocchiato dinanzi al suo sguardo misericordioso, era in attesa del suo
passaggio per toccargli almeno la frangia del suo mantello.
Quella di
Francesco credo sia stata l'Udienza generale più bella di sempre, credo la più
affollata e la più partecipata di tutte, in una piazza vuota. Eravamo tutti
presenti, raccolti in un silenzio assordante accompagnato dalla musica
struggente di una pioggia ininterrotta, bramosi di accogliere la consolazione
divina.
Da quella
Piazza - ha concluso il Vescovo Antonazzo - sono spiritualmente ripartito con la serena certezza che questa sera
anche l’ombra di Pietro si sia posata sui tanti ammalati (cfr. Atti 5,15), per
sprigionare al suo passaggio la forza risanatrice di Cristo sulle piaghe
dell’umanità gravemente ferita”.
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