Rubrica "Studi storici"
a cura di Francesca Messina
e-mail: francimessina@libero.it
"Sulle tracce delle reliquie di San Benedetto" di Benedetto Di Mambro

Sulle tracce delle reliquie di San
Benedetto
Da più di
1300 anni vaga in Europa, fra l’Abbazia di Montecassino e l’Abbazia di Fleury,
a Saint Benoit-sur-Loire in Francia, il dubbio e la diatriba per il possesso
delle sacre reliquie di San Benedetto. Secolari avvincenti dibattiti storici e
agiografici che non pochi dubbi e curiosità hanno suscitato anche in me nel
vedere nel settembre 2016, nell’austera cripta di una grande Basilica romanico-gotica dell’ XI -
XIII secolo dedicata a San Benedetto, nell’Abbazia di Fleury in Francia, nella
cittadina di Saint Benoit-sur-Loire, a 170 chilometri a sud di Parigi, un
possente forziere con la scritta “Reliques de Saint Benoit”: un reliquario
contenente, a dire del mio occasionale interlocutore Padre Louis Marie, le ossa
di San Benedetto! A questo punto è bene partire da un dato di fatto
inoppugnabile: Benedetto da Norcia fondò il monastero di Montecassino nel 529 e
vi morì nel 547 (VI secolo), a 67 anni di età, e lì fu sepolto accanto alla
sorella gemella Scolastica, morta poco più di un mese prima. Nel 577, trenta
anni dopo la morte di San Benedetto, l’Abbazia di Montecassino fu devastata e
distrutta da orde di Longobardi e i
monaci benedettini superstiti si rifugiarono a Roma. Nel 643, da Roma, i monaci
di Montecassino ripararono a Bobbio, nei
pressi di Piacenza, nel monastero lì fondato nel 614 dal monaco irlandese (San)
Colombano. Lì la comunità religiosa
rimase fino al 717 quando con l’abate Petronace tornò a Cassino per ricostruire
il monastero e l’Abbazia che però sarebbe stata di nuovo distrutta nell’883 dai
Saraceni e ricostruita solo nel 949. Viene da chiedersi: mai nessuna violazione
delle tombe di San Benedetto e Santa Scolastica nel corso di queste
devastazioni e distruzioni dell’Abbazia cassinese e oltre due secoli di
abbandono? Nel frattempo nella Francia Meridionale si va diffondendo la Regola
benedettina ad opera del monaco (San) Venerando. Attorno al 626 l’abate (San)
Leodebodo di Saint’Aignan, in contrasto con i suoi confratelli che non vollero
abbracciare la Regola di San Benedetto, abbandonò l’Abbazia di Saint’Aignan e
si fermò a Fleury-sur-Loire dove edificò
la chiesa di San Pietro fondandovi l’Abbazia di Fleury. La tradizione
floriacense vuole che fu nel 672 che l’Abate Mummolo di Fleury, volendo dotare
l’Abbazia di reliquie di San Benedetto e a seguito di visioni in una notte
insonne che lo avvertivano dell’abbandono in cui versavano da circa 80 anni le
tombe di San Benedetto e di Santa Scolastica
dopo la distruzione dell’Abbazia di Montecassino da parte dei
Longobardi, ebbe l’idea di recuperarne le reliquie inviando quindi una
spedizione guidata dal monaco (San) Aigulfo. Nel 672 Aigulfo, assieme ad altri
monaci provenienti dal Vescovato di Le Mans, trovò le tombe abbandonate dei due
Santi di Norcia e ne sottrasse le ossa traslandole a Fleury ben divise in una
stessa cassa con due scomparti. Il viaggio, a cavallo, durò tre mesi all’andata
e tre al ritorno. Come visto, l’aneddoto parla dell’anno 672, quando abate di
Fleury non era più Mummolo ma Leodard.
Jean Mabillon, monaco benedettino francese del XVI secolo, e la Carthopedia
Cattolica riportano la traslazione al più credibile anno 655. A sua
volta, intanto, la tradizione floriacense ci parla di eventi miracolosi.
Durante il viaggio di ritorno, si dice che il lino in cui erano avvolte le ossa
dei due Santi si intrise di sangue. I monaci ne rimasero sorpresi e sconvolti,
tanto che, quando qualche giorno dopo giunsero a Bonnèe, ad appena 6 chilometri
da Fleury, e si imbatterono con un mesto funerale per un ragazzo e una ragazza,
provarono ad accostare le ossa di Santa Scolastica alla fanciulla che subito si
rianimò e la stessa cosa avvenne per il giovinetto tramite le ossa di San
Benedetto. Le supposte ossa di San Benedetto furono deposte nella chiesa di San
Pietro a Fleury e quelle di Santa Scolastica nella Collegiata di San Pietro a
Le Mans. Nell’818 il Re dei Franchi Ludovico il Pio, figlio di Carlo Magno e
Imperatore del Sacro Romano Impero, ebbe ad affermare che “Sancti Benedicti
corpus requiescit in Fleury” (Paolo Diacono trascrive “requiescebat” nell’VIII
secolo e non nel IX, riferendosi a Montecassino!) e impose la Regola Benedettina
a tutti i monasteri dell’Impero. Nel 1027 ebbe inizio, a Fleury, la
costruzione, in stile romanico, di una nuova e grandiosa Basilica che fu
terminata nel 1280 con la definitiva costruzione della navata con arcature
ogivali gotiche. La Basilica fu dedicata a San Benedetto e Fleury-sur-Loire
mutò il nome in Saint Benoit-sur-Loire rimanendo il nome Fleury all’Abbazia
ricostruita. Le supposte reliquie di San Benedetto furono riposte in un
forziere nella cripta della Basilica. Una ricognizione del 1950 sulle reliquie
di Fleury, Juvigny e Montecassino dette per esito, in base al numero e ai tipi
di ossa esistenti, la presenza, se ricomposte, di uno scheletro di donna,
dell’altezza di m. 1,60, e di un uomo alto m. 1,65 dell’età media di oltre 75
anni: i due Santi erano morti a 67 anni, anche se tale fatto potrebbe essere
considerato secondario alla luce dell’invecchiamento precoce a cui erano
sottoposte all’epoca ossa e organi degli esseri umani. Nel 1955 e nel 1960, confrontando ancora le
foto dei resti delle ossa di Fleury, Juvigny e Montecassino, ci si trovò
davanti a doppioni di ossa dello stesso tipo e ossa maschili mescolate a ossa
femminili. Chi fra tutti era San Benedetto e chi Santa Scolastica e dove
stavano? O si trattava di ossa di comuni defunti del VI o VII secolo? Nel 1972 e nel 1980, il Professor A. Beau
dell’Università di Nancy ne fece un
inventario. Per quelle attribuite a San Benedetto nell’Abbazia di Fleury, in
Francia vi sono la mandibola, un frammento della regione parieto occipitale del
cranio, due frammenti di costole, la rotula sinistra e altri frammenti più
piccoli; coccige e radio sinistro nell’ Abbazia
di Montecassino; falange dell’alluce sinistro presso l’Abbazia di La
Garde; radio destro e perone sinistro nell’Abbazia di Pierre-qui-Vire; rotula
sinistra presso l’Abbazia di Aiguebelle e parte dell’omero sinistro
nell’Abbazia di Grande Trappe. A Montecassino ci sono, per Santa Scolastica,
l’osso iliaco sinistro e tre pezzi della scapola sinistra; sempre di Santa
Scolastica è rimasto solo l’omero sinistro a Le Mans. Resti di gambe sono a
Juvigny-sur-Loison ma presentano un
astràgalo femminile e uno maschile !!? Un vero e proprio “giallo”!!
Benedetto Di Mambro, Sant’Elia Fiume
Rapido (Fr)
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