domenica 1 marzo 2020

La fiaccola benedettina “Pro Pace et Europa Una” in Ungheria è stata accolta dall’Abbazia di Pannonhalma.


 
 
 
 
 
La Fiaccola Benedettina “Pro Pace et Europa Una”, benedetta da Papa Francesco mercoledi 19 febbraio e che è stata poi accesa a Norcia nella Basilica di San Benedetto, ancora in ricostruzione dopo il terremoto del 2016, è stata accolta dall’Abbazia di Pannonhalma (Ungheria). A loro è stato donato il messaggio di pace 2020. A scortare la fiaccola sono state le delegazioni di Montecassino, Norcia, Subiaco e Cassino, l’Abate di dom Donato Ogliari, i sindaci di Norcia Nicola Alemanno, di Subiaco, Francesco Pelliccia e di Cassino Enzo Salera insieme a don Luigi Di Bussolo e i tedofori. L’Omelia dell’Abate di Montecassino dom Donato Ogliari, che ha presieduto la celebrazione eucaristica, è stata incentrata su tre concetti principali: Vedere, Lasciare e seguire. “Il Vangelo di oggi - ha detto l’Abate Ogliari -  invita alla sequela e alla conversione, è questo un invito a seguire Gesù e convertirci ed è qualcosa che si rinnova ogni giorno. L’invito è rivolto a tutti perché nessuno può dirsi non-peccatore e anche il peccatore più incallito viene raggiunto perché si converta. Ogni giorno - ha proseguito l’Abate Ogliari - Gesù ci invita a osservare con sguardo attento ed empatico il nostro prossimo, ci chiede di avere uno sguardo che sappia penetrare le necessità degli altri e sappia farle proprie. Gesù ci invita poi anche a lasciar andare tutto ciò che è pregiudizio e che ci impedisce di accostarci all’altro, tutto ciò che impedisce un approccio positivo con l’altro. Vogliamo costruire la pace e l’unità tra di noi e tra i popoli, allora mettiamo in atto la strategia del rispetto, del dialogo e della condivisione. Diventiamo edificatori di pace attraverso le parole e i gesti con cui ci relazioniamo con gli altri. Vedere, lasciare e seguire, quindi, nell’ottica di Gesù per essere promotori e costruttori di pace. San Benedetto e san Martino intercedano per noi”. L’Abate Cirill invece ha ricordato come Papa Paolo VI abbia definito San Benedetto “Messaggero di Pace” nel proclamarlo Patrono Primario d’Europa nel 1964 ed ha aggiunto: “Anche voi oggi qui lo siete, messaggeri di pace, portatori della fiamma della Fiaccola benedettina della pace e noi vogliamo unirci a voi in preghiera in un mondo di conflitti e di tensioni in cui abbiamo sempre più bisogno del forte carisma di san Benedetto che non accetta compromessi a buon mercato”. Dopo la celebrazione eucaristica, l’Abate Ogliari, ha poi attinto alla fiamma della Fiaccola “Pro Pace et Europa Una” per accendere le quattro fiaccole da donare ad altrettanti monasteri maschili ungheresi, che saranno poi accese il giorno 21 marzo ad illuminare della stessa luce l’Italia e l’Ungheria. L’Abate Cirill infine ha simbolicamente consegnato delle candele accese anche a tre monasteri femminili ungheresi affinché anche loro si uniscono in comunione di preghiera nel giorno di san Benedetto. Domenica 8 marzo invece la fiaccola benedettina sarà a Subiaco.

Francesca Messina










 

 

 

 

 

 

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