
“Questa sera
a Cassino alle ore 20 affacciamoci tutti
alla finestra – ha sottolineato il parroco della Chiesa di Sant’Antonio di
Padova, don Benedetto Minchella - sarà amplificato in piazza Diamare il
messaggio elaborato da alcuni nostri
concittadini per non dimenticare questa storica giornata che ha la vita di
Cassino. Potrete seguire il testo della lettura qui di seguito e al termine
della lettura sarà amplificato il canto "Vecchia Cassino”.
Riportiamo il testo del messaggio:
"Cari Concittadini,
Siamo figli
di una terra a cui la Storia ha chiesto spesso sacrifici enormi. E' ancora
grave e viva in tutti noi la memoria del destino atroce che il Novecento volle
riservare a Cassino e alla sua gente. Nel 1944 la guerra spazzò via tutto: le
piazze eleganti e le strade lastricate, i giardini rigogliosi, le chiese, le
case e gli edifici storici, il teatro; l'abbazia con i suoi inestimabili
tesori; la serena quotidianità della sua comunità, decimata dalle bombe e poi
dalla malaria, costretta a nascondersi e scappare per mesi, affamata e
disperata. Nulla sopravvisse. Eppure, quelle donne e quegli uomini della nostra
amata terra trovarono la forza e la tenacia per ricostruire insieme case,
strade, scuole e tanto altro, ma prima di tutto il senso di comunità, lo
spirito di appartenenza e fiducia in sé stessi e nel prossimo. In questi giorni
Cassino, come il resto del Paese, è chiamata ad una nuova difficile prova. C'è
un nemico invisibile, e per questo forse più temibile, che minaccia tutti
indistintamente, colpisce alcuni in modo letale, si insinua silenziosamente,
stravolge le nostre abitudini, ci costringe a ritirarci nelle nostre case, a
sospendere qualsiasi contatto con il prossimo, a uscire solo per necessità, con
cautela estrema e, comunque, sempre con il cuore pesante. I balconi e le
terrazze delle nostre case non sono mai state tanto frequentate prima d'ora.
Affacciarvisi è però desolante. Tutt'intorno l'atmosfera è surreale: la città è
deserta, sorda e inodore. Per reagire a tutto ciò, in tante località d'Italia
la gente si è data appuntamento spontaneamente sui balconi e alle finestre
delle proprie abitazioni per suonare e cantare insieme, per guardarsi e
salutarsi, per sentirsi parte della propria comunità.
Oggi,
domenica, 15 marzo, alle 20.00 in punto, affacciamoci anche noi dalle finestre
e sui balconi del centro e delle periferie della Città Martire; facciamo
risuonare per le sue strade le note e le parole di una canzone che da anni
ormai è diventata l'inno della Pasquetta Epifania cassinate: "Vecchia
Cassino". Cantiamo a voce alta i versi di Salveti musicati dal maestro
Rivieccio, salutiamo con affetto i nostri vicini, inviamo idealmente un
messaggio di affetto e riconoscenza a tutti coloro che in questi momenti stanno
combattendo - anche per noi - una battaglia dura e silenziosa negli ospedali
del nostro Paese.
Verrà presto
il tempo in cui potremo liberamente tornare ad affollare le strade e le piazze,
a frequentare i luoghi di incontro della nostra bella città, a riabbracciare le
persone a noi care. Per adesso, stiamo in casa, proteggiamo le nostre famiglie
comportandoci responsabilmente, godiamoci ogni secondo del tempo trascorso con
i nostri figli.
Per
concludere, un monito per tutti i Cassinati: quando tutto questo sarà finito e
la vita riprenderà a scorrere come prima, mostriamo più rispetto ed amore per
la nostra città. Siamo figli e nipoti, orgogliosi, di quelle donne e quegli
uomini che 76 anni fa, con fede e abnegazione, si adoperarono per far risorgere
Cassino dalle macerie. Il rispetto lo dobbiamo alla loro memoria ed al loro
sacrificio, prima ancora che a noi stessi. Abbiamo sofferto e siamo caduti
tante volte. Ma ci siamo sempre rialzati. Ce la faremo anche questa volta,
perché siamo Italiani".
Nessun commento:
Posta un commento