Un grande successo ha avuto la manifestazione “Chiese Aperte” che si è tenuta nel comune di Vallerotonda, frazione di Cerreto. Valorizzare il patrimonio culturale del nostro territorio può promuoverne la conoscenza e nella cittadinanza il senso di appartenenza è uno degli scopi che persegue l’associazione cassinate “Latium Novum” dell’Archeoclub d’Italia. In questa ottica, per l’evento nazionale “Chiese Aperte” la scelta locale è caduta sul santuario Madonna del Raditto contrada Cerreto di Vallerotonda. All’appuntamento di domenica scorsa 6 maggio, sono intervenuti molti componenti del locale Archeoclub, molti abitanti della zona e molti cittadini del territorio interessati ad un monumento non a tutti noto. Quindi una notevole folla ha assistito alla funzione religiosa officiata dal parroco don Emanuele Kahorha, accompagnata dal coro Santa Maria Goretti di Cerreto. E’ stata eccezionalmente esposta la preziosa statuina della Madonna con il Bambino di pregevole fattura, che tenuta ben protetta, esce solo per la festa patronale. Dopo la cerimonia, in un momento storico culturale, sono intervenute alcune studentesse di Cerreto e poi l’architetto Giuseppe Picano, presidente dell’Archeoclub di Cassino che ha illustrato vicende della Chiesa dalla sua fondazione fino all’ultimo restauro. Il sito è particolarmente ameno, perché dal sagrato lo sguardo può spaziare verso la pianura di Cassino da un lato, le Mainarde dall’altro, con un susseguirsi di verdissimi picchi tutti in torno. Presenti il sindaco di Vallerotonda, Gianfranco Verallo ed il presidente dell’Associazione “Valle Giovane”, l’ingegnere Giovanni Di Meo, associazione che si è prodigata generosamente collaborando all’organizzazione dell’evento e curando il momento conviviale che ha simpaticamente concluso la manifestazione. Sono stati graditissimi ospiti il sindaco di San Vittore del Lazio, Nadia Bucci, l’assessore alla Cultura del Comune di Cassino, Maria Iannone, la presidente della Fidapa Silvia Volante Gallozzi ed il presidente del Rotary Club Daniele Bartolomucci. Particolarmente in tema è stato l’intervento del dottor Marco Germani, che dal suo punto di vista di archeologo, ha immediatamente individuato e segnalato alcuni elementi della costruzione che suggeriscono l’opportunità di approfondimenti che potrebbero svelare interessanti ulteriori indicazioni sull’origine della Chiesa e sulla sua storia. Altrettando molto interessante, il dottor Germani ha trovato la piccola statua sia per il materiale usato che per l’iconografia: anch’essa meriterebbe uno studio particolare. Con l’auspicio che l’evento possa contribuire a realizzare quanto suggerito, l’Archeoclub da appuntamento all’edizione “Chiese Aperte 2019”.
Francesca Messina
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